Anche quest’anno, dopo l’interruzione dell’anno scorso causa covid, gli insegnanti si sono ritrovati, convocati dal Cardinale, nella Chiesa del Sacro Cuore, per una celebrazione eucaristica che è sempre molto partecipata e intimamente sentita.
Quando si svolge un’ attività come l’insegnamento, in cui non ci si può limitare ad essere dei professionisti e degli esperti delle disciplina, ma si richiede coinvolgimento e passione ,una sosta è necessaria; c’ è bisogno di pregare, di guardarsi negli occhi per rinfrancarsi reciprocamente, di ritrovare le motivazioni per continuare il lavoro con serenità e fiducia, e il Cardinale ci ha aiutato: “ fate in modo che le difficoltà diventino una sfida e una risorsa…”
Ci si è trovati a dovere fare scuola in un modo diverso: il rapporto educativo, formativo e disciplinare, che ha come suo momento privilegiato l’aula in cui c’è un coinvolgimento comunitario, è stato sostituito, per periodi significativi, da un rapporto individuale mediato da internet. La didattica a distanza che è stata la risposta necessaria, è stata vissuta con disagio dagli alunni e dalle famiglie. La scuola, che riflette in maniera molto immediata il disagio sociale, ha richiesto effettivamente ai docenti un sovrappiù di impegno e di professionalità.
Nella celebrazione eucaristica sono stati ricordati i docenti defunti e al termine sono stati salutati gli insegnanti di religione che negli ultimi due anni sono andati in pensione.
Il Cardinale ha lasciato ai pensionati oltre ad un’ icona del Cristo Pantocrator, anche un suo libro in cui, con i più diversi interlocutori, intesse una serie di dialoghi e di riflessioni, sull’Enciclica Fratelli tutti.
Da ultimo la presentazione di un missionario salesiano, proveniente dall’Etiopia, dove ha subito la carcerazione, ha lasciato intravvedere una realtà di guerra e di sofferenza non riportata dai mass media, ma tragicamente reale; è stata una testimonianza silenziosa che non ha lasciato indifferenti.