Ci ha spiazzati la chiusura improvvisa delle scuole, prolungata via via fino al termine dell’anno scolastico; ci ha fatti sentire disorientati e dato l’impressione che il lavoro svolto finora in classe andasse perduto, e fosse quasi destinato a dissolversi. Poi lo sconvolgimento iniziale ha lasciato il posto all’impegno, per imparare a usare al meglio i nuovi strumenti informatici, che la scuola ci ha affidato e la gran parte dei docenti ancora non conosceva.
L’impostare una didattica a distanza ha richiesto uno sforzo notevole non solo alle scuole, ma a ognuno dei docenti, chiamati quasi a reinventare il proprio ruolo, dando una nuova forma alla didattica sia nei contenuti, che nella metodologia. Sono state percorse nuove vie nella collaborazione tra colleghi, con la condivisione di materiali e strategie educative, ed è nata in tutta la comunità scolastica una sorta di nostalgia per la scuola “vera”, rendendosi più consapevoli della ricchezza che ci offre, ma senza dimenticare quanto di nuovo è stato appreso.
Anche l’ora di religione ha attraversato queste fasi e, in modi diversi, abbiamo cercato come docenti di mantenere viva la relazione con gli alunni, di inviare materiale per continuare i discorsi già avviati e, ancora di più, di far sentire la nostra presenza, stando vicini agli alunni in questo periodo così particolare. Forse più che in altri tempi, abbiamo compreso il valore e l’importanza dell’IRC per l’opportunità, che offre, non solo di trasmettere conoscenze, ma anche di essere occasione di ascolto e condivisione, di incoraggiamento e accompagnamento discreto.