Villa Revedin, 15 ottobre 2025

Insegnamento della religione: le sfide educative del presente e del futuro.

Il bilancio della giornata di formazione di Bologna.

Le proposte di riflessione del prof. Ernesto Diaco, degli specialisti dell’associazione “Hikikomori Italia genitori onlus” e di don Andres Bergamini all’incontro promosso dall’Ufficio per l’insegnamento della Religione cattolica dell’Arcidiocesi bolognese.

 

Destinato ai docenti di religione dell’Arcidiocesi di Bologna, si è svolta nel tardo pomeriggio di mercoledì 15 ottobre, presso il Seminario di Piazzale Bacchelli, la giornata di formazione promossa dall’Ufficio Irc “Sfide e prospettive educative per l’Irc di oggi”.

Nel primo intervento, il prof. Ernesto Diaco, direttore del Servizio Nazionale per l’Irc della Cei, ha ripercorso i passi più significativi dell’insegnamento in questione con l’obiettivo di riflettere sul futuro della disciplina in rapporto al mondo della scuola, alle famiglie e alla società. La presenza dell’Irc a scuola oggi, infatti, non è meno attuale rispetto a quarant’anni fa, momento in cui la Chiesa rivedeva il Concordato con lo Stato nel 1985. E se l’Irc contribuisce alla crescita degli studenti mediante il confronto dialogico e il pensiero critico, molte sono le questioni urgenti ancora da affrontare, in primis quella relativa al calo della partecipazione all’ora di religione nel passaggio fra la scuola secondaria di primo grado e il primo anno della secondaria di secondo grado, soprattutto nelle regioni del Nord. Importanti, in tal senso, le iniziative che la Cei sta valutando per ripensare e valorizzare l’insegnamento della religione: dalla pubblicazione di un nuovo documento che ribadisce la necessità dell’alleanza educativa scuola-società, all’avvio di una indagine nazionale (la quinta della serie, a circa dieci anni dalla precedente) con l’obiettivo di aggiornare i metodi di una disciplina dinamica e in costante cammino.

A seguire, specialisti dell’associazione “Hikikomori Italia genitori onlus” hanno sottolineato la necessità di una scuola che si prenda cura di un fenomeno in preoccupante crescita; una fragilità che non è distrazione, ma sofferenza nascosta in ritiro dal mondo, dalla scuola e dagli affetti. In questo senso, l’insegnamento della religione può (e deve) diventare spazio di ascolto costruttore di relazioni significative attento ai segnali di disagio, sentinella di sguardi evitati e parole non dette.

In chiusura, altrettanto interessante è stata la presentazione del progetto a cura di don Andres Bergamini, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso dell’Arcidiocesi bolognese: la proposta di tre appuntamenti (da febbraio a maggio) in cui si potrà promuovere, mediante l’opera di Ignazio de Francesco, monaco della Piccola Famiglia dell’Annunziata, il dialogo tra culture e religioni per il tramite del mondo della scuola e del carcere. (Davide Ancarani)

 

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

condividi su